Non c’era acqua corrente (le ville avevano delle vasche da riempire sul tetto) e per la luce si sfruttava una rete di allaccio valida per le zone rurali mediante le quali si diffuse una fitta e disordinata rete di pali di legno; le strade erano tracciati di campagna in terra battuta e la vegetazione completamente assente (a parte la zona degli uliveti). In seguito con un secondo pacchetto di 100/120 ville entrò in scena un’altra impresa edile, la “Tulipano Maria” di Brindisi che, con successive altre denominazioni, costruira’ poi la grande maggioranza degli immobili presenti a Rosamarina.
La svolta.
Il 1965 fu un anno determinante nella storia di Rosamarina: da una parte fu approvato il progetto del “pacchetto” comprendente il centro direzionale, il mercatino e i negozi, operazione che rappresentò la prima vera e propria operazione immobiliare autofinanziata da Schacther, mediante la sua societa’ “Regina degli ulivi SRL”.Dall’altra, verso la fine del 1965, scaduto il contratto Rodio-Gaspar, l’ingegnere ostunese, accortosi che l’operazione Rosamarina rendeva sempre di piu’, tentò di rinnegare l’accordo. L’epilogo della contesa rappresenta un momento storico: tramite un rogito unilaterale il Notaio Greco, alla presenza di due pubblici ufficiali e di due collaboratori dell’imprenditore austro-canadese, contò più volte ad alta voce, davanti alle porte della abitazione dei Rodio, Con un primo pozzo artesiano nella masseria Rodio (solo omonimo) a nord della Masseria Spagnulo completato da una servitù di captazione e con un vascone di deposito sopraelevato, e varie servitù di passaggio nei terreni a valle, nel giro di cinque mesi fu realizzata la prima condotta d’acqua. Lo stesso sistema di captazione fu utilizzato in altre due masserie: “Rialbo di sotto e Rialbo di sopra”. Il brillante risultato di tutto questo fu che alla fine del 1966 Rosamarina era l’unica località sulla costa, approvvigionata da acqua corrente (a Villanova l’Acquedotto Pugliese giunse solo alla fine degli anni 80) mettendo così le basi per il perfetto approvvigionamento idrico e per lo sviluppo della rigogliosa flora che nobilita e arricchisce oggi il villaggio. Migliaia di Eucaliptus, Oleandri e Tuje furono piantati lungo le strade e negli spazi pubblici.
Il feeling con Bari.
Quando nel 1967 le ville erano diventate 200 e sul mercato straniero le vendite procedevano a rilento ecco che grazie all’apertura del “Ristorante a Mare” (attuale Rodos) allora piccolo ma molto elegante e animato dalla presenza delle conigliette inglesi di Playboy, il villaggio iniziò a suscitare l’interesse degli acquirenti italiani, in special modo pugliesi e in particolare baresi. banconota per banconota quei quattrocento milioni che rappresentavano il valore di tutti i terreni ancora invenduti e appartenenti alla lottizzazione che Schacther era deciso a comperare nella sua totalità. Un accordo effettivo tra le parti si raggiunse in seguito con la mediazione dell’Architetto Azzalin: i terreni rimanenti passarono tutti sotto il controllo della “Inter Atlas Rosamarina S.p.a.” di proprietà di Schacther. Ormai nel villaggio erano già presenti ben 150 ville abitate da attempati signori inglesi, tedeschi e svedesi in compagnia spesso di figli e nipoti (qualcuno ricordera’ forse Mr Penny, Mr. Winter, Roden, Palmenter); circa un decimo di costoro risiedeva a Rosamarina tutto l’anno.
L’acquedotto.
Mentre agli inizi del 1966 si stavano abbozzando le prime strade del villaggio in ghiaietto, la necessità di creare un acquedotto indipendente e privato divenne impellente. Tale opera permise una fortissima accelerazione nello sviluppo del villaggio.
A questo punto il comune di Ostuni, resosi conto della cresciuta attenzione verso l’operazione Rosamarina, inviò la planimetria della lottizzazione alla sovrintendenza che l’approvò nell’ottobre 1967 a meno del rispetto delle leggi vigenti. Subito dopo, il 25 ottobre 1967, fu messo a punto un regolamento provvisorio del villaggio, depositato dal notaio Greco a Ostuni e in seguito recepito nello statuto del nascente consorzio di Rosamarina in data 1 settembre 1977. La domanda locale, meno danarosa rispetto a quella straniera evidenziò l’esigenza di un cambio nel taglio delle ville: nacquero le miniville e fu necessaria una modifica della lottizzazione pur nel rispetto dell’indice fondiario di costruzione di 0,24 mc/mq, stabilito al momento dell’approvazione dalla sovrintendenza, che rimase, pertanto, costante. L’operazione ebbe un buon successo e fu completata successivamente tra il 1968, ed il 1971, con la costruzione delle triville e dei bungalows, unita immobiliari vendute arredate dalla ” Inter Atlas” e gestite dall “Inter Atlas Holiday”, altra societa’ di Schacther, con un contratto di formula d’investimento, che garantiva degli ottimi redditi d’immobile.
L’Inter Atlas Holiday.
In sostanza l’Inter Atlas prometteva agli acquirenti delle unità immobiliari l’erogazione di quattro anni di affitto minimo iniziale, derivante dai proventi della gestione delle unità da parte della “Inter Atlas Holiday”, che doveva svolgere la funzione di Tour Operator. La gestione diretta da parte di Schacther della “Inter Atlas Holiday” si presentava com un’avventura dall’incerto futuro economico-finanziario: l’operatore austro-canadese iniziò ad aprire agenzie di viaggio a Londra, Dusseldorf, Berlino, Stoccolma, affittare aerei charter, ad assumere centinaia di dipendenti in loco per i servizi. Nel frattempo i lavori per la ristrutturazione dell’attuale Masseria furono completati: era da una parte il centro direzionale della “Inter Atlas Holiday” e dall’altra un polo di attrazione per la zona triville e bungalows.
Nel giugno del 1971 furono inaugurati la discoteca “Aranceto”, il grande ristorante, il mercato, la piscina olimpionica, il maneggio e molti altri locali pubblici.
Il tramonto dell’era Schachter.
Nello stesso anno Rosa Marina si ampliò con l’acquisto del terreno adiacente.Nacque il “Villaggio Cala di Rosamarina” con l’approvazione da parte del consiglio comunale di Ostuni, di tale lottizzazione con tutte le modifiche inerenti. Sull’onda del successo delle vendite ottenute con gli immobili a formula d’investimento, tra il 1972 ed il 1974, oltre al “Villaggio Cala” viene ultimato il Grand Hotel: Rosamarina assumeva una nomenclatura molto simile a quella attuale, quantomeno a livello urbanistico. Lo sforzo economico sostenuto dall’”Inter Atlas”, ritrovatasi a far fronte agli ingenti costi della costruzione del Grand Hotel stava irrimediabilmente instradando il grintosissimo e ostinato Max Schacther in un tunnel senza uscita. Nel 1977 la “Inter Atlas Holiday” fallì, mentre la “Inter Atlas Spa” e la “Regina degli ulivi” furono costrette all’amministrazione controllata. Due anni dopo il 17 luglio 1979, ( la pagina più nera della storia di Rosamarina) avvenne il plateale arresto dell’austro-canadese che verrà poco dopo rilasciato. In questi frangenti si rivelò preziosissima la presenza del Consorzio dei proprietari di Rosamarina che prendendo a carico la gestione di tutti i servizi del villaggio permise la sopravvivenza dello stesso.
Gli anni 80.
Con l’avvento degli anni 80 il villaggio venne animato da una seconda giovinezza, con la vendita all’asta a privati di alcune proprietà di Schacther, tra il 1982 ed il 1985 rinacquero i servizi della Rodos, della Piscina 80, del Grand Hotel, della Masseria, del Pontile e delle Arcate, proprio mentre un clima di generale “boom” economico spingeva a livelli impensabili le quotazioni degli immobili. A cavallo tra gli anni 80 e 90 il villaggio raggiunse il massimo splendore, teatro di stagioni estive indimenticabili. Il resto è storia dei giorni nostri…
N.B. Alla fine del 1995 dopo aver saldato tutti i debiti, le società di Schacther sono state riabilitate.